L'impresa competente by unknow

L'impresa competente by unknow

autore:unknow
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2023-03-08T20:54:33+00:00


Il rapporto fra uomini e macchine Guardando da vicino la relazione persone-tecnologie digitali, nelle pratiche di micro-management e di lavoro, la digitalizzazione prende forme ed esiti differenti, con opportunità e criticità che vanno comprese fino in fondo per esprimere un giudizio sulla trasformazione in atto. «Sul mercato sono disponibili delle stazioni intelligenti per guidare l’assemblaggio manuale – spiega Francesco Faccio di Comau Academy –, dove l’operaio fa un ciclo di lavorazione in cui mette, ad esempio, due gusci metallici uno sopra l’altro e li avvita con una certa forza di torsione. L’operaio segue quanto gli comunica la macchina attraverso dei fasci di luce laser proiettati su un piano. Il sistema vede e riconosce i movimenti dell’operaio e, nel caso la procedura non venga rispettata, lo corregge; quando l’operatore utilizza uno strumento, come per esempio un avvitatore, la forza è regolata automaticamente senza il suo intervento, senza neppure che lui conosca la forza necessaria». Il “collega umano” della stazione intelligente è un “operaio robotizzato”, una persona a servizio del digitale, che segue istruzioni standardizzate per ridurre degli errori. Ma non si corre il rischio di sminuire il ruolo dell’uomo facendone un esecutore “stupido” e una banale appendice della macchina? Si tocca qui il nervo scoperto della relazione uomo-macchina, ovvero quale dovrebbe essere la gerarchia, e se la macchina che sostituisce il lavoro renda l’uomo meno competente o più intelligente. Giudicare sul singolo task di lavoro può trarre in inganno: la stazione intelligente e il suo collega umano operano in un contesto di produzione flessibile, con lotti sempre più piccoli e variabili, regole e procedure che cambiano continuamente, perciò in un contesto del genere i sistemi intelligenti che limitano gli sbagli (efficienza) possono anche ridurre lo stress che l’errore si porta dietro (benessere).

Messo di fronte a un lavoro che da manuale diventa assistito, con interfacce sempre più naturali e indossabili, l’operaio si trova di fronte allo stesso rischio di precedenti epoche storiche, segnate dalla produzione di massa: «Quello di spegnere il cervello, pensare al weekend o alla cena del giorno prima, e “robotizzarsi”, ma in questo caso la sua intelligenza va sprecata – continua Francesco Faccio –; l’alternativa è mantenere la consapevolezza e l’attenzione sul processo, esaminarlo per trovare delle ottimizzazioni e verificarne la qualità, cosa che la macchina non può fare». In definitiva, vale la regola che nei sistemi ad automazione intelligente e collaborazione uomo-robot, in linea teorica, puoi permetterti di non conoscere ciò che fai, ma se lo conosci è meglio, perché nella conoscenza del processo risiede la possibilità di partecipazione. La linea che separa (e fa divergere) l’operaio-robot dall’operaio-aumentato dalla tecnologia è sottile; e spesso non è determinata dalla tecnologia, ma da una scelta organizzativa che affida o sottrae spazio ai lavoratori: «Un possibile ruolo proattivo non te lo dà la digitalizzazione, ma fa parte della cultura aziendale».

Competenze tradizionali e competenze nuove Ogni impresa, grande o piccola, affronta la difficoltà di trasferire le conoscenze storiche all’interno di nuovi assetti del lavoro sapendo che know-how ed esperienza sono parte della proposizione di valore.



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